venerdì 31 luglio 2015



Le mode sono riciclabili, tornano sempre. La vita alta, il pied de poule, la jumpsuit, riusciamo a resuscitare quasi tutto, anche quello che davvero dovremmo lasciar morire inghiottito dall’oblio del passato. Un esempio a caso: la collana di plastica Choker effetto tattoo passione proibita e trasgressiva delle teenager anni 90 oltre che gadget ricercatissimo, artefice della fortuna di riviste quali Cioè e Top Girl ora must per fashion blogger affermate che hanno il buon gusto e il coraggio di abbinarla ad una Birkin e un vestitino di Balmain.

Poi ci sono quelle cose che non tornano, perché non passano mai di moda, ma cambiano nome, quello si. Alla domanda triste ma inflazionatissima quali sono i tuoi hobby,le tue passioni, prima, tutti avremmo risposto: “uscire con i miei amici, leggere” per i più colti e poi “VIAGGIARE.” Ecco questa risposta qui non ha mai visto declino, non è mai stata surclassata da altre varianti più creative e coraggiose perché nessuno si sognerebbe mai di non amare viaggiare, e di non farne una qualità apprezzabile e spendibile solo che ora si utilizza la parola WANDERLUST.





Wanderlust significa alla lettera desiderio di viaggiare, di fare di nuove esperienze, vedere nuovi posti e vivere la libertà e l'emozione di essere stranieri. Wanderlust è uno stile di vita, è quell’inclinazione alla fuga che ti riempie e sembra renderti degno agli occhi degli altri e anche ai tuoi quando alla fine della giornata tiri le somme e fai il bilancio di come hai speso il tuo tempo.


Viaggiare sembra sempre una cosa fica, se uno vi dicesse di aver pregato chissà quale divinità in un tempio shintoista di Nagoya, di aver cantato the Scientist insieme a Chris Martin al Green Point Stadium di Cape Town, dormito in un appartamento impregnato di puzza di curry e spezie a Bethnal Green, incontrato l’amore di un’ora in un club di Ibiza, bevuto champagne ad un gala dinner del Four Seasons di Santa Barbara, vinto una gara di go kart su una pista di Cape Canaveral e bevuto mate a Santiago del Cile in casa di un’argentina di Mendoza voi cosa direste? Che fico! Ovviamente.




E invece no! Cioè non è detto che fai tutte queste cose per il motivo giusto. E non parlo del bisogno di evasione, della fuga dalla realtà quella è l’essenza della partenza e del viaggio, parlo di chi oltrepassa i limiti solo per raccontarlo, di chi pensa al premio, al raggiungimento di una meta che può essere un post su un blog, uno spunto per un articolo, un bel raccontino per svoltare una serata con una donna.

Certe cose la gente le fa solo per raccontarle, per spuntare un riga dalla lista, per assemblare il profilo della vita perfetta e della persona interessante, pochi sanno ancora perdersi, godersi il senso e la pienezza di un attimo che ha la sua ragion d’essere nel suo esaurimento. I viaggi dovrebbero essere senza memoria e senza album su Facebook, dovrebbero essere una scoperta e mai una conquista, un’occasione, un’ascia per il mare ghiacciato che abbiamo dentro, un casino e non l’episodio incorniciato da riportare a casa. Un viaggio deve essere un rischio e deve essere onesto, come la vita e come quella deve essere solo tuo.

"Not all those who wander are lost"





sabato 18 luglio 2015





Perché le persone fantastiche restano sole ?

Perché si sono fatte un gran culo per diventarlo e poi si sono dimenticate per chi lo hanno fatto. Non l’avete fatto per qualche stronzo idiota, l’avete fatto per voi, per essere delle persone pronte a tutto: pronte a godervi la vita, a cogliere tutte le possibilità che vi vengono offerte, a ridere e soffrire, a prendere il meglio e il peggio senza paura ma con coraggio e fiducia. L’avete fatto per avere una vita al massimo non per sentire qualcuno dirvi: “Sei fantastica”  pensate che uno, una volta, mi ha detto: “Sei per tutte le stagioni” manco fossi un tubino di Prada.

Il punto è: non accontentate nessuno, non cercate di essere sempre le prime della classe perché non per tutte lezioni vale la pena fare bene i compiti e rispondere a tutte le domande.
Se, per esempio, uno stronzo ti piazza sul divano con 12 anni schiavo in lingua originale senza sottotitoli non dovete tornare il mese dopo con uno IELTS che vi farebbe ammettere ad un corso di letteratura inglese comparata a Oxford, dovete più semplicemente mandarlo a fare in culo, a meno che, certo, non lo vogliate voi fare un corso, ma se non ve ne fraga niente e non ve ne è mai fregato niente dei film in lingua originale, della musica indie, della dieta vegana, della GTO o peggio della coppia aperta, del tradimento come legittima e umana evasione, dello stacanovismo che consuma l’anima, della formalità scintillante di un rapporto senza amore vero, se di questo non ve ne è mai fregato un cazzo non prendetelo quel 10 e lode, non dovete per forza essere brave in tutto.

Potete fallire, dovete fallire, dovete perdere, anche voi dal curriculum d’oro, voi brillanti, rampanti, belle, amorevoli, talentuose, sensibili, ironiche e FANTASTICHE dovete imparare a perdere e smetterla di raccogliere medaglie da chi non ha l’autorità per riconoscervele.
E non si tratta di trovare la persona giusta, non si tratta di persona giusta né di persona sbagliata, ma di realizzare solo le vostre di aspettative.

Non perdete l’occasione di essere davvero perfette in quello che è il vostro destino, in quello che fa felice voi e nessun altro.

E come diceva Samuel…

Ho sempre tentato.
Ho sempre fallito.
Non discutere.
Fallisci ancora.

Fallisci meglio.




giovedì 16 luglio 2015






Make sure the fortune, that you seek is the fortune  you need. 






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