La
misura è sempre stata mia nemica. L’equilibrio e la sobrietà sono vita o morte
? Ancora non l’ho deciso, ancora non so se sfuggire dalla sregolatezza è
qualcosa di cui andar fieri.
Finiremo
uccisi dall’età adulta, dalla routine, dall’abitudine. Finiremo vecchi e
stanchi appoggiati su un divano, con la Barbara D’Urso dei tempi nuovi a
tenerci compagnia insieme ad un amore consumato, fraterno, ormai ordinario che
ingombra il cuscino accanto al nostro.
E
come ci si salva ? Come si sopravvive al tempo ? Ad un noi che non sa più di
novità ? che non nasconde rischi, che è conosciuto e ormai discreto, silenzioso
e maledettamente educato.
Come
si fa a non cadere nell’errore, nell’adrenalina bugiarda e ammaliante regalata
da un estraneo ? Come si trasforma il bagaglio ingombrante del passato in un
tesoro ?
Alcuni
si rifugiano in un amore tossico, in uno di quelli che ti avvelena l’umore ma
ti tiene vivo, ti consente di sbagliare, perché la vera essenza di quel
rapporto è la ferita: ricucita e riaperta volta dopo volta, solo per il gusto
della deviazione e del dramma. Ma anche
qui dal corso monotono degli eventi non scappi.
C’è
chi cresce, capisce e impara, scopre e raggiunge, fino a sentirsi migliore
degli altri, fino a fare della mortalità e della rettitudine una forma di
vanità. La correttezza guida le sue giornate come la fede, è cieco ma
obbediente, perfetto e vincente ma pieno di se stesso e estraneo alla bellezza
della condivisione, all’imprevisto dell’emozione non corrotta dalla ragione.
Altri
ancora allontanano la prigione della costanza affrontando un giorno alla volta,
evitando grandi impegni per custodire una possibilità, quella di stravolgere
tutto e correre via lontano, liberi. Senza però rinascere davvero cercano
banalmente un’altra evasione, un altro limbo, un altro inganno sicuro,
rimanendo sempre gli stessi.
E
allora come ci si salva ? Forse basta credere, basta credere di essere
l’eccezione e non la regola, di essere speciali, per qualcuno funziona.
Cercate
di essere quel qualcuno. Non accontentatevi di niente di meno.